venerdì 9 maggio 2008

Il lusso dell' Era Imperiale

La progressiva crescita degli scambi e delle relazioni in diversi ambiti ha determinato un miscuglio di culture ed un cambiamento di stili di consumo.
Se sia un bene o un male è da discuterne ma questo è sempre avvenuto tanto che persino le matrone romane, sottoposte a nuovi stimoli, hanno avuto la necessità di sentirsi più fashion.

Nella prima fase dell'età Repubblicana l'abbigliamento della matrona romana fu sobrio e rigoroso, in osservanza dello status sociale e del sistema di valori che ella doveva rispettare in cui non era concesso spazio né a lusso né a frivolezze.

La situazione comincia a mutare quando a partire dal III secolo A.C., con l'inizio dell'espansione romana nel Mediterraneo, nuovi costumi e nuovi stili di vita, in massima parte d'origine orientale, si diffusero a Roma, facendo presa soprattutto sugli esponenti delle classi sociali più elevate.

Immagino il delirio di tutte le donne che furono, naturalmente, subito attratte da queste innovazioni che camb
iarono a poco a poco le loro abitudini.

Le matrone diventarono più scicchettose, il loro abbigliamento era incentrato sul lusso e sulla ricercatezza: il must di quel momento era OSARE, OSARE E OSARE!
Gli abiti erano di diversi colori, basta con quel bianco sporco che smuore addosso...
I capelli andavano di moda biondi, venivano tinti e acconciati a seconda del tipo di capello e della forma del viso.


Ve le immaginate le antiche romane dal parrucchiere?
"Aò, stasera sto a uscì co' Augusto. Famme bella!!!"


Ad un certo punto però, cala il buio sulle tante teste bionde:
la LEX OPPIA (215 A.C.), una legge che imponeva alle donne vari divieti, tra cui quello di indossare abiti di colori diversi e di possedere più di mezz'oncia d'oro.
La legge, che aveva alla base, oltre a motivazioni di stampo morale, volte a ripristinare i valori matronali di sobrietà e parsimonia, anche motivazioni politico-economiche, rimase in vigore per circa vent'anni.
Regnava il panico finché le donne, private della loro passatempo preferito, con una celebre protesta, ottennero la sua abrogazione.
Secondo gli autori romani, la donna romana aveva totalmente rinnegato gli antichi valori matronali della pudicitia e della modestia e che i suoi unici scopi erano ormai la seduzione e la ricerca del piacere amoroso.
E pensare che per questo motivo, il lusso veniva considerato un segno della decadenza dei costumi...tutto il contrario di oggi!
Giovenale, in molti dei suoi versi, lancia sferzanti invettive alle donne dell'epoca riconoscendo il nesso vanità-piacere amoroso, lusso-adulterio.


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